IL MIO APPROCCIO
Imparare a nutrire il proprio corpo permette non solo di restare in forma e senza chili di troppo, ma anche di compiere il primo passo verso il benessere personale. Uno stile di vita sano, senza privazioni eccessive e senza divieti assoluti, è fondamentale per prevenire patologie di vario genere.
Il mio primo interesse è il bene del paziente: la capacità empatica e comunicativa fa parte della mia professione. Intuire lo stato psicologico del paziente e motivarlo durante il suo percorso sono alla base del mio lavoro.
DIETOLOGIA
Per dietologia si intende tutto ciò che è relativo alla nutrizione. L’alimentazione ha un rapporto molto stretto con il nostro benessere, sia dal lato fisico che psicologico. Porre attenzione a ciò che mangiamo contribuisce alla prevenzione delle malattie e all’allungamento della durata della vita. Perché una dieta sia efficace deve essere bilanciata e soddisfare i fabbisogni della persona, in base all'età, al suo stile di vita e ai suoi gusti.
Un corretto stile alimentare deve essere accompagnato dalla lotta alla sedentarietà e agli eccessi sotto tutti gli aspetti. Molti sono gli errori alimentari dovuti a pregiudizi e disinformazione o comunque al continuo sorgere di mode varie in campo alimentare, pertanto è importante “educare” in relazione anche all’evoluzione delle abitudini alimentari.
DIETE PERSONALIZZATE
Per stabilire una condizione di sovrappeso normalmente non è sufficiente fare riferimento ai chilogrammi indicati dalla bilancia. Numerosi sono i tipi di sovrappeso in quanto numerose sono le variabili da considerare quali il sesso, l’età, l'altezza, la circonferenza addominale, l’indice di massa corporea (BMI) e la composizione corporea.
Il trattamento dietetico del sovrappeso, affinché sia efficace e non determini squilibri, deve essere personalizzato in funzione della storia clinica del soggetto ma anche della composizione corporea di ciascun individuo.
La dieta è un passo fondamentale per chi intende perdere qualche chilo di troppo e tornare in forma. Il modo migliore per ottenere un risultato duraturo è seguire una dieta che tenda a cambiare le proprie abitudini e il proprio stile di vita secondo le ultime conoscenze medico-scientifiche
Una corretta alimentazione nei bambini e in adolescenza è di fondamentale importanza per ottenere un buon livello di sviluppo fisico e mentale e per migliorare la possibilità di conservare da adulto una buona salute.
Il regime alimentare nei bambini e in adolescenza deve essere personalizzato in base al sesso, all’età, al peso, all’attività fisica e al ritmo di crescita, fattore quest’ultimo che presenta un’ampia variabilità sia a seconda della predisposizione dei singoli individui e sia a seconda del periodo che il soggetto sta attraversando
In menopausa c’è una naturale tendenza ad aumentare di peso a causa del rallentamento del metabolismo.
Si può verificare un aumento dei livelli del colesterolo e dei trigliceridi (in alcune donne specialmente se c’è una familiarità) e della glicemia; ci sono poi tendenze al diabete e all’indebolimento della struttura delle ossa, con conseguenti problemi di osteopenia e osteoporosi. Il sovrappeso e le alterazioni del metabolismo dei grassi e degli zuccheri predispongono a loro volta all’aumento del rischio di malattie cardiovascolari.
In età menopausale inoltre si osserva un aumento di incidenza di tumori. Per prevenire e tenere sotto controllo questi problemi è fondamentale un’alimentazione equilibrata con i giusti nutrienti
Per gli atleti, come e più che per gli altri, è importante mantenere un’alimentazione varia che garantisca un apporto adeguato di tutti i nutrienti indispensabili. Nutrienti che sono fondamentali per sviluppare una buona muscolatura e uno scheletro robusto, per avere una forma ottimale e l’energia necessaria per affrontare un’attività fisica intensa.
Una dieta corretta, inoltre, fornisce all’organismo le molecole utili per svolgere le funzioni fisiologiche, promuove un incremento della massa muscolare, ottimizza il lavoro fisico e reintegra le perdite dovute allo stress fisico e mentale dell’atleta. Il corretto metabolismo dei macronutrienti (carboidrati, grassi e proteine) e la loro trasformazione in glucosio e glicogeno (riserva di energia immagazzinata nei muscoli) per produrre energia sono passi importantissimi affinché gli sportivi abbiano la “forza” necessaria per portare a termine la loro prestazione e raggiungere i loro obiettivi, durante l’allenamento e in gara.
Se si pratica sport a livello agonistico, per fare in modo che l’energia sia disponibile nel modo giusto e al momento giusto è importante prestare attenzione non solo a “cosa” ma anche a “quando” ci si nutre.
La corretta alimentazione è fondamentale per mantenere una buona qualità di vita e per invecchiare bene. Il problema, nell'anziano, non è tanto quello dell'apporto calorico quanto quello di un regime alimentare equilibrato e completo nei principali nutrienti. La scelta degli alimenti pertanto non deve essere legata alle abitudini acquisite ma alla consapevolezza che ciò che si mangia può influire negativamente sullo stato di salute e sull’efficienza fisica.
L’anziano, mangiando in maniera non corretta, va incontro a due errori: di qualità (assenza, scarso o eccessivo consumo di alcuni alimenti a svantaggio di altri) e di quantità (alimentazione in eccesso o in difetto rispetto al fabbisogno energetico).
L’alimentazione corretta deve tenere presenti alcune regole:
1 - fabbisogno energetico dell’anziano
2 - principi nutritivi
3 - frazionamento dei pasti
4 - regole d’igiene alimentare.
Si parla di magrezza quando il peso corporeo scende al di sotto del 90% di quello considerato ideale in base all'età, al sesso, all'altezza, alla costituzione e all'attività fisica abituale. La magrezza, anche quando è molto accentuata, non è necessariamente sinonimo di malattia.
E' quindi importante stabilire innanzitutto se si è di fronte ad una magrezza costituzionale o secondaria.
La dieta ipercalorica è un regime alimentare che si prefigge l'obiettivo di aumentare l'apporto di tutti i nutrienti con l'alimentazione (energetici, plastici, sali minerali, vitamine eccetera) allo scopo di favorire un eventuale incremento ponderale utile al ripristino del peso desiderabile, in un soggetto caratterizzato da sottopeso fisiologico.
Dalla qualità dell’alimentazione della donna in gravidanza dipende la salute del nascituro, fin dal momento del concepimento e per tutto il corso della sua vita. A partire dal periodo pre-concezionale e per tutta la durata della gravidanza è importante seguire un’alimentazione corretta per favorire la salute della gestante e del nascituro, assicurando al feto tutti i nutrienti di cui ha bisogno per il proprio sviluppo.
Oltre all’aumento del peso corporeo durante il periodo di gestazione – che, se eccessivo, può risultare dannoso – bisogna tenere in considerazione anche l’apporto calorico e l’assunzione dei nutrienti essenziali come vitamine, acido folico, sali minerali, acidi grassi essenziali e proteine
L'allattamento al seno è riconosciuto come il metodo migliore per nutrire il neonato nei primi mesi di vita. Il latte materno è un alimento completo ricco di enzimi e anticorpi che migliorano la salute del bambino. Un adeguato aumento di peso durante la gravidanza e un normale peso del feto alla nascita sono, indirettamente, gli indicatori di un buono stato nutrizionale materno e possono contribuire a migliorare la fase dell'allattamento.
Lo stato nutrizionale e la dieta della madre possono influenzare la quantità e la qualità del latte materno. L'allattamento comporta per la mamma un aumento dei fabbisogni nutrizionali, pertanto l'alimentazione dovrà essere adeguata alle nuove necessità per mantenere in buona salute mamma e bambino.
Sono sempre di più coloro che seguono una dieta vegetariana. Le loro motivazioni sono in prevalenza etiche, sanitarie, ecologiche o di gusto.
La dieta vegetariana più diffusa, ovvero quella ovo-lacto-vegetariana (con uova e latticini), contiene tutti i gruppi alimentari ed é quindi, se correttamente bilanciata, adeguata per chi conduce una vita equilibrata.
Per i latto-ovo-vegetariani l'unica carenza realisticamente ipotizzabile è quella di vitamina B12 e ferro che si può ovviare seguendo accorgimenti alimentari mirati all'aumento dell'introduzione e dell'assimilazione dei due micronutrienti. Anche i latto-ovo-vegetariani devono fare attenzione a non commettere errori "da eccesso", come la sostituzione della carne con l'aumento del consumo di latticini e uova: così facendo può addirittura venire incrementata l'assunzione di grassi e proteine animali.
Un vegano è colui che sceglie di eliminare dalla propria alimentazione tutti i prodotti di origine animale, dunque si nutre solo di cibi vegetali quali cereali e derivati, frutta, verdura, semi, legumi e derivati, germogli, grassi di origine vegetale e alghe.
Può farlo per motivazioni di tipo etico, per ragioni salutistiche o ambientaliste. La dieta vegana è di per sé molto restrittiva, dunque bisogna prestare estrema attenzione a seguirne una di tipo equilibrato.
La dieta vegana equilibrata è un tipo di alimentazione bilanciata, che deve riuscire ad apportare al nostro organismo tutti i nutrienti necessari. In questo modo si possono evitare le carenze delle sostanze di cui il nostro corpo ha bisogno. E’ importante, quindi, seguire una dieta completa. Se si sceglie di non mangiare i prodotti di origine animale, si devono comunque consumare cibi alternativi per compensare.
NUTRIZIONE CLINICA
La nutrizione clinica è la scienza medica che si occupa del trattamento delle patologie e dei sintomi associati allo stato nutrizionale della persona. Come nutrizionista mi occupo di correggere tutti i disequilibri metabolici ed energetici che si verificano in corso di patologia medica.
Un regime alimentare studiato appositamente per la condizione clinica e monitorato nel tempo permette di avere un intestino sano, un assorbimento corretto dei micronuenti, un bilancio positivo del metabolismo basale e la riduzione dei rischi di comorbidità. La nutrizione clinica ha un approccio dietetico che si basa sempre sui risultati degli esami ematologici e urinari del paziente, la sua storia alimentare e quella della salute. .
ALIMENTAZIONI SPECIFICHE
La sindrome da intestino irritabile, o IBS, è tra i disturbi gastrointestinali più diffusi nel mondo occidentale. La sua natura è cronica e debilitante ed è caratterizzata da episodi occasionali anche non gravi come gonfiore e tensione addominale, diarrea, crampi o stipsi persistente, meteorismo, flatulenza, bruciore di stomaco, nausea e sensazione di disagio generale che possono causare difficoltà nello svolgimento delle attività quotidiane.
Secondo recenti ricerche una dieta povera di carboidrati e zuccheri a catena corta potrebbe costituire un primo intervento efficace per il trattamento di queste patologie.
Questi carboidrati risultano difficilmente digeribili e vengono fatti fermentare dalla flora batterica del colon producendo gas che provocano ipersensibilità a coloro che soffrono di dolori gastrointestinali
Per obesità si intende un’alterazione metabolica caratterizzata da un disequilibrio tra massa grassa e massa magra, tale da poter compromettere lo stato di salute.
L'obesità è un fattore di rischio per lo sviluppo di numerose patologie quali diabete mellito tipo 2, dislipidemie (ipercolesterolemia e ipertrigliceridemia), steatosi epatica, ipertensione arteriosa, malattie cardiovascolari, sindrome delle apnee notturne, osteoartrosi, tumori.
Il fondamento su cui deve basarsi un valido trattamento di cura dell’obesità è la terapia dietetica e l’aumento del consumo energetico attraverso l’attività fisica
Il diabete è la più comune tra le malattie metaboliche ed è caratterizzata da un aumento del glucosio nel sangue (iperglicemia) per l’incapacità dell’organismo di metabolizzare in maniera corretta i carboidrati, a causa dell'insufficiente produzione di insulina da parte del pancreas.
È molto importante diagnosticare e trattare il diabete nel migliore dei modi perché, col tempo, la malattia può provocare complicanze anche molto gravi soprattutto alla retina, al rene, ai nervi periferici e al cuore. Fondamentale è seguire una dietoterapia.
La dieta ideale per il diabete deve avere quattro obiettivi: il controllo glicemico, il raggiungimento e il mantenimento del peso corporeo, la prevenzione e il trattamento dei principali fattori di rischio cardiovascolare, il mantenimento di uno stato di benessere non solo fisico ma anche psichico. Per questo la dieta deve essere sempre personalizzata tenendo conto delle abitudini alimentari del soggetto e della famiglia, così come delle sue esigenze di vita di relazione
L'ovaio policistico (PCO) è una sindrome che colpisce esclusivamente il sesso femminile; il nome deriva dalla presenza di numerose (e più o meno grandi) cisti ovariche. I principali sintomi dell'ovaio policistico sono: amenorrea/cicli irregolari, irsutismo, obesità, acne e infertilità. Tra i fattori metabolici correlati all'ovaio policistico si evidenzia l'insulino-resistenza, ossia la ridotta captazione dell'ormone che sfocia nell'iper-insulinemia.
L'insulina è un ormone ingrassante, poiché ha un effetto anabolico indiscriminato, sia per il muscolo che per il tessuto adiposo. In molti casi la risoluzione dell'insulino-resistenza e la diminuzione del grasso adiposo determinano il miglioramento della fertilità e la riduzione delle complicanze indotte dall'ovaio policistico.
Per quel che riguarda la cura delle complicazioni da ovaio policistico, in caso di insulino-resistenza è fondamentale applicare un regime alimentare a basso indice e carico glicemico; inoltre, nel caso in cui figuri anche un quadro di sovrappeso/obesità, lo schema dietetico dovrà perseguire anche un reale dimagrimento e accostamento a un programma di attività fisica.
La mancata capacità dell'organismo di smaltire alcuni tipi di acidi nucleici, chiamati purine, o l’iperproduzione di urati determinano l'aumento dell'acido urico nel sangue (uricemia), che tende a depositarsi nelle articolazioni e a provocare gotta.
La gotta si caratterizza da attacchi di artrite infiammatoria acuta con arrossamento, gonfiore e dolore alle articolazioni; si associa inoltre a formazione di calcoli renali di urato. Iperuricemia e gotta non sono sinonimi, in quanto la prima non sempre è seguita o accompagnata dal quadro della gotta. E’ nota l’associazione tra iperuricemia e manifestazioni cliniche della sindrome metabolica come iperlipidemia, ipertensione arteriosa, diabete e insulino-resistenza e obesità.
Pertanto è buona pratica tenere in considerazione queste condizioni cliniche quando si è in presenza di gotta e iperuricemia. Normalmente il paziente che soffre di iperuricemia o gotta viene sottoposto a terapia farmacologia, ma la riduzione di alcuni cibi a elevato contenuto di purine è indispensabile. Inoltre, l'iperuricemia associata a sovrappeso o obesità risponde favorevolmente alla riduzione del peso corporeo
I problemi e le malattie alla tiroide sono in netto aumento negli ultimi anni e disegnano ormai una mappa ben precisa dell’influenza che la vita moderna – con i suoi inquinanti ambientali, il suo ritmo stressante e la sua alimentazione povera di nutrienti – ha imposto alle società industrializzate.
Un aiuto consistente in questi casi viene però dallo scegliere una dieta che favorisca la ripresa della normale funzionalità di questa importante ghiandola, sia nel caso che tale attività sia carente e sia che, al contrario, risulti eccessiva.
L’osteoporosi è una malattia scheletrica durante la quale si verifica un indebolimento della struttura ossea. L’osteoporosi colpisce per la maggior parte donne in menopausa, ma non esclusivamente. La malattia conclamata non è curabile, i farmaci a disposizione della terapia ne rallentano e controllano la progressione ma non la fermano.
La prevenzione dell’osteoporosi si basa sulla regolazione del calcio assunto con la dieta e sul mantenimento del metabolismo della vitamina D, oltre che a una regolare attività fisica.
I disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono patologie che portano chi ne è affetto a sviluppare una forma di ossessione per il cibo, il peso e l’immagine corporea.
I comportamenti tipici più diffusi tra chi soffre di un disturbo del genere sono il digiuno, la restrizione dell’alimentazione, le crisi bulimiche (l’ingestione di una notevole quantità di cibo in un breve lasso di tempo accompagnata dalla sensazione di perdere il controllo, ovvero non riuscire a controllare cosa e quanto si mangia), il vomito autoindotto, l'assunzione impropria di lassativi o diuretici per eliminare rapidamente la quantità di cibo ingerita e un'intensa attività fisica finalizzata alla perdita di peso.
Dal punto di vista clinico, questo tipo di disturbi compromette seriamente la salute di tutti gli organi e apparati del corpo (cardiovascolare, gastrointestinale, endocrino, ematologico, scheletrico, sistema nervoso centrale, dermatologico eccetera) e può portare alla morte del paziente nei casi più estremi.
Per il successo del trattamento dei disturbi del comportamento alimentare sono fondamentali la diagnosi precoce e un trattamento tempestivo dietologico e psicologico
Quando è presente una condizione di dislipidemia (ipercolesterolemia e ipertrigliceridemia), la probabilità di andare incontro a infarto del miocardio o ictus aumenta di tre volte.
La prevenzione delle malattie cardiovascolari passa quindi necessariamente dalla correzione delle dislipidemie. Il primo approccio nei pazienti con questa patologia è rappresentato dalla dieta, indipendentemente dal difetto metabolico.
La terapia dietetica è necessaria anche nei soggetti in cui si ravvisa l’opportunità di somministrare farmaci ipolipemizzanti e dovrebbe essere continuata ininterrottamente. In alcuni casi il solo trattamento con la dieta è sufficiente a raggiungere i valori desiderabili di colesterolo e trigliceridi come consigliati dalle linee guida internazionali
La sindrome metabolica è una condizione caratterizzata dalla presenza contemporanea di diversi squilibri metabolici (aumento del colesterolo e trigliceridi, della glicemia a digiuno, degli acidi urici, della circonferenza addominale, ancora steatosi o fegato grasso), ognuno dei quali è già da solo un indice di rischio cardiovascolare.
Per ottenere un significativo miglioramento delle alterazioni metaboliche è sufficiente una riduzione del peso pari al 10% del peso iniziale. La dieta deve essere ipocalorica, iposodica, ricca di fibre, a basso indice glicemico con pochi zuccheri semplici, con pochi grassi animali e scarso apporto di colesterolo
La candida (candida albicans) è un parassita appartenente alla famiglia dei miceti (funghi) ed è responsabile di un nutrito gruppo di patologie che va sotto il nome di candidosi.
Le localizzazioni più frequenti della candidosi sono genito-urinarie, intestinali e dermatologiche. La candida, per riprodursi, necessita di zuccheri: ecco spiegato perché chi soffre di candidosi intestinale spesso ha un’attrazione esagerata nei confronti dei dolci. Durante una terapia farmacologica anti-candida bisogna evitare di nutrirsi con cibi graditi alla candida e preferire alimenti che non favoriscono la sua moltiplicazione. Fondamentale, durante una terapia farmacologica anti-candida, associare anche una terapia nutrizionale
Una corretta alimentazione associata a uno stile di vita attivo è uno strumento valido per la prevenzione, la gestione e il trattamento dei tumori più frequenti.
Nelle persone alle quali è stato diagnosticato un cancro, la selezione degli alimenti, insieme alla loro distribuzione nel corso della giornata, influiscono sul modo in cui il paziente può affrontare la malattia, fronteggiare gli effetti collaterali delle cure e contrastare la crescita o ricomparsa del tumore.
Le malattie autoimmuni derivano da un’alterata e dannosa risposta verso il proprio organismo. Sclerosi multipla, psoriasi, artrite reumatoide, lupus, sclerodermia, rettocolite e morbo di Crohn sono solo alcune delle moltissime patologie autoimmuni che prendono diramazioni diverse a seconda delle cellule che attaccano.
Attraverso un’alimentazione corretta e specifica è possibile modificare il decorso della malattia, ridurre l’intensità e il numero dei disturbi fisici correlati, allungare i periodi di benessere, diminuire le fasi di riacutizzazione e migliorare la prognosi. E’ importante impostare un regime alimentare che non stravolga le proprie abitudini e che sia mantenibile a lungo termine.
L'insufficienza renale è una sindrome caratterizzata da una riduzione progressiva delle funzioni dei reni che perdono la capacità di filtrare le scorie e i sali minerali in eccesso. Una corretta terapia nutrizionale costituisce il trattamento di prima scelta.
Nei vari studi sull'insufficienza renale la dieta a ridotto tenore di proteine, potassio, fosforo e sodio è tutt'oggi il pilastro fondamentale della terapia conservativa.